MONDO SCI
Questo manuale on line è rivolto a tutte quelle persone che hanno poca pratica con gli sci e, finora, dai bordi delle piste si sono limitate a osservare con attenzione,e un pizzico di invidia quei personaggi che con i piedi fissati su strette assi sfrecciano sulla neve con l'aria di chi si sta divertendo un mondo.
Può essere utile, come piccola guida di riferimento, anche a chi - per pigrizia o per questioni economiche - da qualche anno non aggiorna la propria attrezzatura. In esso infatti sono illustrate le ultime novità in fatto di attrezzi e accessori.
- Inizialmente abbiamo inserito una breve storia dello sci: come e perchè è nato, quali sono state le nazioni in cui si è sviluppato e quali i personaggi che l'hanno fatto diventare l'attuale straordinaria industria del divertimento, fonte di continui impulsi per la ricerca scientifica, e opportunità di lavoro per migliaia di persone.
- La parte centrale del volume illustra la tecnica sciistica della scuola italiana, dalle basi ai massimi livelli d'apprendimento, non tralasciando di precisare che non si può imparare a sciare bene senza l'aiuto, almeno nelle prime fasi, di un buon maestro di sci. Questo è vero soprattutto per i bambini e le persone avanti con l'età. I primi perchè, grazie al fascino che esercita su di loro il maestro, seguono con grande attenzione le lezioni; i secondi perchè per loro il tempo è particolermente prezioso e la salvaguardia del proprio fisico un'esigenza molto sentita. La figura del maestro ha la funzione di dare maggiore sicurezza in pista e certezza di un apprendimento più veloce.
- Sono descritti inoltre l'ambiente montano, con le sue bellezze e le sue insidie, e quello più strettamente collegato all'attività sciistica, cioè la pista da sci e tutto il mondo che la compone e ruota attorno ad essa.
- Gli appassionati del far da sè apprezzeranno tra l'altro il capitolo sulla manutenzione e la riparazione di sci e snowboard, nel quale vengono descritte le operazioni necessarie a mantenere sempre in perfetta efficienza i propri attrezzi.
UNA STORIA ANTICA
Gli sci furono inventati dall'uomo non per diletto, ma per soddisfare una necessità primaria: spostarsi sul territorio anche in situazioni ambientali proibitive. Non a caso le testimonianze più remote dell'uso di tali mezzi di locomozione sono state rinvenute nelle aree più fredde del nostro pianeta, ove cacciatori, guerrieri e mercanti, per procacciarsi il cibo, combattere o trasportare le merci, dovevano riuscire a muoversi in immense lande coperte da neve per la maggior parte dell'anno.
Due incisioni rupestri - la prima risalente al 6000 a.C., ritrovata a Bessovysledki (ex URSS), e l'altra del 3000 a.C. circa, scoperta in un'isola della Norvegia - raffigurano uomini che indossano sci. Gli esemplari più antichi di tali attrezzi sono stati rinvenuti in una torbiera della Svezia, e risalgono al 2500 a.C.: corti e larghi, sono ben diversi da quelli moderni.
- Gli storici hanno individuato l'area d'origine degli sci in una zona montuosa compresa tra Siberia e Mongolia: i monti Altaj. Prima della fine dell'ultima fase glaciale (30.000 anni fa circa) da questa regione si propagarono due distinti movimenti migratori umani: uno prese la direzione della Manciuria e, proseguendo attraverso lo stretto di bering ghiacciato, portò gli uomini, probabilmente muniti di sci, nell'Alaska e da qui in Canada; l'altro si irradiò verso Occidente e, dopo aver superato la Siberia, si arrestò nelle regioni che si affacciano sul mar Baltico.
Ricordiamo, al proposito, che recenti imprese sportive hanno dimostrato che, con gli sci ai piedi, è possibile coprire distanze giornaliere anche di 400 chilometri.
- L'attrezzatura sciistica lappone - utilizzata fino all'inizio del xx secolo e rimasta inalterata per due millenni - ci dà una chiara idea dell'evoluzione di questi attrezzi nel corso del tempo.Essa era composta da uno sci lungo e sottile, che si fissava al piede destro, e da un altro, che si calzava col piede sinistro, più corto e dotato nella parte inferiore di una pelle di foca; quest'ultimo attrezzo serviva da appoggio e per imprimere la spinta durante la prograssione.
UNO SPORT DI ORIGINE SCANDINAVA
Il documento più antico che testimonia l'uso degli sci risale al 1733: un capitano dell'esercito norvegese redasse in quell'anno un regolamento relativo all'uso degli sci da parte delle truppe del suo esercito. Il primo incontro sportivo ufficiale fu invece organizzato nel 1831, sempre in Norvegia; si trattò di una gara di sci di fondo mista, tra militari e civili.
Inizialmente le competizioni si svolsero su percorsi lunghissimi, che toccavano anche i 200 chilometri.
- Nel 1860 il re di Norvegia organizzò una competizione ufficiale a Oslo, mettendo in palio la Coppa HOLMENKOLLEN, che tuttora è la gara di sci nordico più importante in quel Paese.
In quell'epoca nacquero anche i primi sci club: il più antico sembra essere quello di Christiana (nei pressi della capitale) il cui primato è conteso dal Trysil Club, associazione fondata ufficialmente nel 1861 nelle stessa Norvegia.
- Nel 1888 una grande impresa sportiva entusiasmò il pubblico di tutta Europa, dando ulteriore impulso allo sviluppo dello sci: il norvegese FRIDTJOF NANSEN, direttore del museo di Bergen, utilizzando esclusivamente gli sci attraversò la punta meridionale della Groenlandia, da Umivick a Godthahro, impiegando 39 giorni.
- Nel 1923 gli svedesi trassero ispirazione da un fatto storico per organizzare, per la prima volta, la più importante competizione moderna di sci nordico: la Vasaloppet. I concorrenti di tale classica - quasi 11.000 a ogni edizione - ripercorrono a ritroso il tracciato coperto da due soldati svedesi che, nel 1521, raggiunsero il loro futuro re, Gustav Vasa, che stava fuggendo verso la Norvegia convinto erroneamente di aver perso la guerra contro i Danesi, dopo averlo inseguito con gli sci per 86 chilometri.
- In Europa Centrale, l'austriaco Mathias Zdarsky fu tra i primi a diffondere le conoscenze tecniche acquisite dai norvegesi.Nel 1883, utilizzando sci più corti di quelli nordici, un paio di attacchi di sua invenzione e un solo bastoncino, adattò la tecnica scandinava ai ripidi pendii della catena alpina, sostituendo la curva detta "a telemark", in quanto messa a punto nell'omonima regione della Norvegia meridionale, con la curva a spazzaneve. Chiamò l'insieme delle tecniche da lui inventate tecniche LILIENFELD, dal nome della cittadina nei dintorni di Vienna ove aveva avviato la sua scuola di sci.
In questo periodo fu modificato anche l'attacco, in modo tale che il tallone rimanesse più aderente allo sci.
L'ITALIA SCOPRE LO SCI
In Italia lo sci era già comparso nel 1648, precisamente in Carnia, grazie a un evento bellico - la Guerra dei Trentanni - che aveva portato in tale area un gruppo di soldati scandinavi e i loro attrezzi. Tale pratica però non attecchì tra la popolazione locale e, anche per motivi d'isolamento geografico, non si diffuse nel resto dell'arco alpino.
- Lo sci fu riscoperto nel nostro Paese grazie ad Adolf Kind, un ingegnere svizzero che si era trasferito a Torino nel 1890 per avviarvi un'industria. Nel 1897, di ritorno da un viaggio nella sua terra natia, Kind portò con sè un paio di sci di frassino, realizzati da una delle fabbriche già attive in Svizzera. Ne insegnò l'uso ad un gruppo di amici italiani sui pendii nevosi di Berdonecchia, iniziando poi a compiere con loro le prime imprese sci alpinistiche sulle montagne piemontesi.
- Sulla spinta dell'entusiasmo di questi pionieri nel 1901 fu fondato lo Ski CLUB Torino, il primo in Italia, seguito subito dopo da quelli di Milano e Genova.
- NEL 1908,sempre a Torino, fu costituita la FEDERAZIONE ITALIANA SPORT INVERNALI (FISI) che, l'anno successivo, organizzò i primi Campionati nazionali (una gara combinata di fondo,salto e discesa).
IL TELEMARK
E' una delle tecniche per sciare più antiche. La sua invenzione viene attribuita a Sondre Norheim, un falegname della regione di Telemark, in Norvegia, che nel 1860 utilizzò per primo, sui pendii nevosi, una rudimentale metodo per rallentare e cambiare direzione cn gli sci (sui quali il tallone rimane libero) e l'aiuto di un bastone. Tale tecnica, che permetteva finalmente di affrontare anche discese ripide, fu presto adottata anche sulla catena alpina. La successiva invenzione di attacchi che bloccavano il tallone e del metodo di curva detta cristiana resero vetusta la tecnica telemark, che conobbe un lungo periodo d'oblio al di fuori della Scandinavia.
Negli anni settanta questo tipo di sciata fu rilanciato da alcuni sciatori americani che l'apprezzarono per la versatilità. Con gli sci da telemark è infatti possibile praticare il fondo, la discesa, lo sci alpinismo, nonchè effettuare acrobazie aeree su trampolini di neve. Da allora il numero di appassionati di questa pratica è in continuo aumento.
GLI ATTREZZI E L'ABBIGLIAMENTO
Ultimamente la larghezza e la sciancratura degli sci da telemark, alla pari di quelle degli sci da discesa e da sci alpinismo, sono state accentuate. Gli scarponi di ultima generazione, con scafo di plastica e punta allungata, montati su attacchi sempre più raffinati, ma sempre con tallone sbloccato, permettono un controllo maggiore degli attrezzi. L'abbigliamento del telemarker, quando deve affrontare imprese sportive impegnative, è tecnico, pratico e confortevole. I materiali utilizzati nella produzione degli indumenti sono moderni e garantiscono benessere anche in condizioni estreme. Quando però il telemarker - che rimane molto legato alle sue antiche origini - si abbandona ai bagordi delle feste tradizionali, indossa i tipici indumenti della gente di montagna con giacche di lana cotta, pantaloni di velluto alla zuava sorretti da vistose bretelle; l'abbigliamento si completa con accessori quali vecchi cappelli alpini e l'immancabile antico bastone dei montanari - l'alpenstock - che nella sciata sostituisce i bastoncini.
LA TECNICA
Al contrario di quanto succede nello sci alpinismo, l'esecuzione delle curve avviene portando in posizione avanzata lo sci esterno alla curva, con le mani ben protese in avanti e il busto eretto.Le anche si spostano all'indietro e gravano sulla parte posteriore degli sci. Il ginocchio interno si piega dietro quello avanzato e, contemporaneamente, il tallone del piede rimasto arretrato si alza dallo sci. La caviglia rimane morbida e la pressione sullo spigolo dello sci arretrato, il primo a inclinarsi, viene esercitata con il mignolo e l'avampiede. Il peso deve rimanere equamente distribuito tra piede anteriore e posteriore. L'avanzamento dello sci esterno provoca la rotazione del corpo dello sciatore verso monte. Tale rotazione viene contrastata inclinando progressivamente il corpo verso il centro della curva e divaricando i piedi in avanti e indietro. L'inclinazione del corpo è regolata dalla gamba interna. Nella tecnica moderna il movimento di genuflessione è meno accentuato di un tempo.
EVOLVERSI DELLA TECNICA E PRIME MANIFESTAZIONI
Benestanti inglesi, frequentatori delle nevi svizzere, organizzarono nel 1911 la prima edizione delle roberts di Kandahar. Durante tale manifestazione sportiva, che ebbe carattere internazionale, si svolsero le prime gare di discesa libera e slalom, oltre a quelle delle già avviate discipline dello sci di fondo e del salto dal trampolino.
- Nel frattempo, l'evoluzione della tecnica sciistica continuava a opera di un ufficiale dell'esercito austriaco, Georg Bilgeri, allievo di Zdarsky, che fondendo la tecnica a spazzaneve e quella a telemark ideava la nuova tecnica Stemnbogen. Tale progresso teorico portò anche a miglioramenti dell'attrezzatura con l'applicazione delle lamine ai lati degli sci e ulteriori modifiche degli attacchi.
-Nel 1920 un allievo di Bilgeri, Hannes Scneider, aprì a ST.Anton la prima scuola di sci - denominata Arlberg - dove, con sistemi moderni d'insegnamento basati sul raggruppamento degli allievi in base alla loro capacità, era insegnata la tecnica della curva stem (o stem cristiania), incentrata sui movimenti del corpo e non unicamente su quelli degli sci, con l'esasperazione delle fasi di distensione e di piegamento. In tale tipo di curva, ancora insegnata nelle scuole di alcuni paesi europei, uno solo degli sci viene allargato di coda mentre l'altro rimane diritto.
- Nel 1922 a Murren, in Svizzera, si tenne la prima gara di SLALOM CRONOMETRATO, nel rispetto delle norme elaborate da Sir Arnold Lunn, un nobile inglese che trascorse gran parte della vita sulle Alpi, dando forte impulso alla pratica dello sci da discesa e da escursionismo. A lui si deve l'ideazione della gara contro il tempo tra i pali (slalom).
- Le regole da lui fissate furono poi adottate ufficialmente, nel 1930, dalla Federazione internazionale sci (FIS), costituita nel febbraio del 1924. La manifestazione sportiva Settimana Internazionale degli Sport, le cui gare si svolsero nel gennaio del 1924, fu riconosciuta, da due anni dopo, come la prima edizione delle Olimpiadi Invernali, nonostante le resistenze dei Paesi scandinavi che vedevano in questo modo perdere d'importanza una competizione da loro organizzata, denominata Giochi Nordici.
In tali Olimpiadi non erano ancora ammesse le discipline alpine (slalom, discesa libera), le quali furono introdotte solo nel 1936, nell'edizione che si tenne a Garmisch-Partenkirchen, in Germania.
- In seguito, i primi Campionati Mondiali, organizzati dalla FIS nel 1931, a Murren, mandarono definitivamente in pensione le pionieristiche Roberts di Kandahar.
- Negli anni Trenta molti maestri contribuirono all'ulteriore avanzamento tecnico dello sci. Tra questi ricordiamo il campione austriaco Anton Seelos, vincitore di quattro medaglie d'oro ai Campionati Mondiali e inventore della curva cristiana con sci paralleli, che permise di ottenere maggiori velocità, e il suo allievo francese Emile Allais, anch'egli vincitore di diverse medaglie d'oro.
Dopo la forzata pausa determinata dallo scoppio della Seconda guerra mondiale, lo sci conobbe lo sviluppo di massa.
Nel 1956 il grande pubblico potè, per la prima volta, seguire in televisione le Olimpiadi Invernali che si tennero a Cortina d'Ampezzo. La prima Coppa del Mondo di Sci si svolse nell'inverno '66-'67.
I CAMPIONI DELLO SCI
La storia degli sci agonistico è costellata di grandi atleti.Pochi sono stati però i fuoriclasse che hanno saputo, o potuto - grazie alle loro capacità tecniche e alla fortuna di non subire gravi infortuni - rimanere sulla cresta dell'onda per molte stagioni.
- ZENO COLO' viene ricordato per essere stato il primo atleta italiano a riuscire ad imporsi in gare di livello mondiale,in un tempo in cui la tecnica e le attrezzature non avevano ancora raggiunto gli attuali livelli di raffinatezza. Si aggiudico' discesa libera e gigante nel 1950 ai Aspen (Stati Uniti) e la discesa libera alle Olimpiadi Invernali di Oslo nel 1952.
- Altro grande campione del passato è stato stato l'austriaco toni Sailer che vinse la medaglia d'oro in tutte le specialita' alpine alle Olimpiadi di Cortina del 1956 (discesa,slalom,gigante e combinata) e ottenne il primo posto nelle specialità discesa, gigante e combinata ai Campionati Mondiali del 1958 a Bad Gastein(Austria).
- Avvicinandoci maggiormente ai giorni nostri ricordiamo l'epoca d'oro dello sci italiano, quei fantastici anni Settanta durante i quali l'Italia dominò la scena internazionale con una squadra formidabile, capace di piazzare sei o sette sciatori nei primi dieci posti in una gara di Coppa del Mondo. Il team maschile italiano, formato da campioni del calibro di Thoeni,Gros,Mair,De Chiesa,Bieler,Radici,Stricker,Noeckler,Pramotton,Plank e altri, fu soprannominato la Valanga Azzurra.
Fu il periodo forse più emozionante mai vissuto dai tifosi italiani. Gustav Thoeni vinse la medaglia d'oro in gigante alle Olimpiadi di Sapporo (Giappone) del 1972 e nello slalom ai Campionati Mondiali di St. Moritz (Svizzera) del 1974. Fece sua la Coppa del Mondo dal '71 al '75 con la sola parentesi del '74, anno in cui la manifestazione fu vinta dal connazionale Pierino Gros (quest'ultimo nel '76, conquistò anche la medaglia d'oro nello slalom alle Olimpiadi di Innsbruck, Austria).
- Il predominio di Thoeni terminò con l'ingresso in scena di un grande campione, svedese d'origine ma alpino d'adozione: Ingemar Stenmark. I due atleti diedero vita appassionati duelli, resi ancor più spettacolari dall'introduzione della specialità dello slalom parallelo, ora abbandonata in Coppa del Mondo: un'emozionante gara nella quale due concorrenti scendevano contemporaneamente, su tracciati identici affiancati, e il più lento era eliminato. Nell'arco della sua carriera Stenmark vinse tre edizioni consecutive della Coppa del Mondo, dal '76 al '78, la medaglia d'oro nelle specialità di slalom e gigante ai Mondiali di Garmisch (Germania) del '78, e nello slalom a quelli di Schladming (Austria) nel '82. Vinse inoltre l'oro olimpico, nelle specialità slalom e gigante nel 1980 a Lake placid (New York, Stati Uniti).
- In quegli anni si fecero onore anche due rappresentanti della scuola statunitense: i fratelli Mahre,Phil e Steve, che si aggiudicarono rispettivamente il primo e il secondo posto nello slalom delle Olimpiadi di Sarajevo (ex Jugoslavia) dell'84. Steve Mahre vinse inoltre il gigante ai Mondiali di Schladming dell'82. Phil invece conquistò per ben tre volte consecutive la Coppa del Mondo, negli anni 1981, 1982 e 1983.
- Negli anni successivi le nevi furono calcate da altri indimenticabili campioni. Tra questi lo svizzero Pirmin Zurbriggen e Mark Girardelli che, pur essendo austriaco di nascita, garaggiò fin dal 1976 sotto la bandiera del Lussemburgo a causa di dissapori con la propria federazione. Sicuramente curioso il fatto che Girardelli, per tutta la sua carriera agonistica, ebbe come unico allenatore il padre.
Zurbriggen e Girardelli monopolizzarono la Coppa del Mondo per dieci lunghi anni con la sola eccezione dell'edizione del 1992, vinta dalo svizzero Paul Accola. Il caso volle che, come accade ad altri grandi atleti, entrambi conquistassero pochi allori olimpici, pur essendo i più forti in assoluto del periodo.
Pirmin Zurbriggen, oltre alle quattro vittorie in Coppa del Mondo, vinse una sola medaglia d'oro olimpica, in discesa libera, e una di bronzo in gigante, nel 1988, a Calgary (Canada). FU più fortunato ai Mondiali dove vinse l'oro in discesa in Valtellina nell'85, e in gigante e nell'87 a Crans-Montana (Svizzera).
Il piccolo, ma scattante, Mark Girardelli - sicuramente l'atleta che è riuscito a rimanere più a lungo a così alti livelli - nell'arco di nove lunghi anni di slendida carriera (dal 1985 al 1993) non riuscì mai a vincere alle Olimpiadi, guadagnando solo due argenti. Nel corso della sua attività agonistica vinse però undici medaglie ai Mondiali (quattro delle quali d'oro), e le cinque Coppe del Mondo conquistate lo pongono indiscubilmente tra i più grandi sciatori di tutti i tempi.Il campione si è ritirato nel 1997 per problemi alle ginocchia, passate sotto i ferri dei medici ben quattordici volte, dopo aver vinto un'ultima medaglia d'oro in combinata ai Mondiali del '96.
L'ultimo erede dei grandi campioni del passato è l'austriaco Hermann Maier, detto Herminator, vincitore di quattro Coppe del Mondiali. Questo grande atleta, dolo aver vinto le sue prime tre Coppe del Mondo, a seguito di un brutto incidente motociclistico nel 2001 corse il rischio di perdere una gamba. Dopo che i medici gli tolsero una barra metallica di 37 cm. dall'arto,nel 2004 riuscì però ad aggiudicarsi nuovamente il prestigioso trofeo.
- La squadra italiana,dopo il periodo d'oro della Valanga Azzurra, andò incontro a un malinconico vuoto di risultati. In questo scenario la comparsa di un vero campione, il bolognese Alberto Tomba, capace anche di attrarre simpatia con il suo carattere estroverso, riportò l'entusiasmo tra i tifosi, scatenando passione da stadio ai bordi della pista in occasione delle sue discese.
Acausa della sua naturale ritrosia a partecipare alle gare veloci (super gigante e discesa), Tomba vinse una sola volta la classifica generale di Coppa del Mondo, nel 1995, ma si aggiudicò due medaglie d'oro ai Campionati Mondiali del '96 (nelle specialità di slalom e gigante) e tre allori olimpici (nell'88 a Calgary in slalom e gigante, e nel '92 in gigante ad Albertville, Francia).
LO SCI FEMMINILE
Tra le donne, la tedesca Christel Cranz è stata sicuramente la sciatrice più grande di tutti i tempi. Dominò la scena dal 1934 al 1941, con tredici medaglie d'oro ai Campionati Mondiali (quattro in slalom, quattro in discesa libera e cinque in combinata).
- La più forte atleta dell'era moderna è invece l'austriaca Anne Marie Moser Proell che ha vinto per ben cinque volte consecutive la classifica generale della Coppa del Mondo, dal 1971 al 1975, replicando il successo nel '79. Ai Mondiali ha conquistato invece l'oro in discesa nelle edizioni del '74 e del '78.
- La sciatrice azzurra più premiata è Deborah Compagnoni, ritiratasi dai campi di gara nel '99. La sua carriera agonistica può vantare tre medaglie d'oro olimpiche (una in super-G ad Albertville nel '92, e due in gigante, nel '94 a Lillehammer e nel '98 a Nagano) e due ai Mondiali del '97 (slalom e gigante).
EQUIPAGGIAMENTO
GLI SCI CARVING
Gli sci sciancrati, o sci carving (dall'inglese "intagliare, scolpire"), che hanno rivoluzionato e dato nuovo impulso a un settore che soffriva di un periodo di stasi,sono stati realizzati per la prima volta in Svizzera, nel 1991.
Tali attrezzi sono solitamente caratterizzati da una spiccata diversità di larghezza dei vari tratti che li compongono: la punta (detta anche spatola), il centro e la coda. Essi permettono di eseguire le curve con un minimo sforzo, facilitano l'apprendimento e migliorano la qualità delle prestazioni individuali. Sono costruiti con nuovi materiali, mutuati talvolta dall'industria aerospaziale, che hanno permesso di ridurre notevolmente il loro peso.
- Al momento dell'acquisto lasciatevi guidare dal personale dei negozi sportivi, solitamente ben preparato dal punto di vista tecnico. La lunghezza degli sci è determinata da alcune variabili fisiche, come il peso e l'altezza dello sciatore, mentre il modello è scelto in base alle sue capacità tecniche e al tipo di sciata al quale desidera dedicarsi. Se siete uno sciatore alle prime armi, chiedete un paio di sci dalle prestazioni tranquille ed evitate di farvi attrarre da attrezzi innovativi: il mercato è ricco d'attrezzature rivoluzionarie che durano spesso l'arco di una sola stagione.
I MODELLI ATTUALMENTE SUL MERCATO
Il fenomeno carving pur se definitivamente affermato sul mercato è ancora in continua evoluzione. L'ultima tendenza è di allargare gli sci al centro, soprattutto per sci da neve fresca (per esempio freeride) e polivalenti (per esempio allround) e di rialzare, in modelli anche non propriamente dedicati al furipista, la coda. Anche se le case produttrici sfornano ogni anno novità, abbiamo cercato di raggruppare gli sci in precise categorie composte in realtà, a loro volta, da un'infinità di modelli ognuno particolari situazioni (neve dura,snowpark,fuoripista ecc.)
- SLALOM Gigante Sono sci da competizione, il loro prezzo è impegnativo e spesso non compaiono nei normali listini. Le lunghezze consigliate variano dai 175 ai 193 cm, in funzione delle caratteristiche fisiche dello sciatore. La FIS ha finora imposto, per regolamento, un raggio minimo di curva di 21 m, ma presto tale misura verrà portata a 27 metri.
Sono indicati per: agonisti e atleti con ottima preparazione tecnica.
- SLALOM Speciale Modello ideale per le curve molto strette e rapide tra i pali snodati dei campi di gara. La lunghezza minima stabilita dalla FIS è di 155 cm per le donne e 165 cm per gli uomini. Il loro costo è elevato e non sempre sono reperibili nei negozi.
Sono indicati per: sciatori agonisti o molto tecnici, così come il modello precedente.
- RACE CARVE Si tratta di sci derivati dall'agonismo e resi fruibili al grande pubblico; attualmente sono forse i più diffusi sulle piste. Le loro caratteristiche richiedono una buona tecnica, ma non sono costosi e difficili da gestire come invece i modelli da gigante e slalom speciale. Ne esistono per gigante e per speciale: i primi hanno lunghezze variabili dai 170 ai 185 cm., quelli da speciale tra i 155 e i 170 centimetri.
Sono indicati per: sciatori esperti che affrontano spesso gare e amano le curve carving condotte e molto piegate.
- ALLROUND Hanno struttura piuttosto morbida e sciancrature accentuate. Queste caratteristiche permettono di correggere facilmente errori d'impostazione nelle curve, come per esempio l'eccessivo arretramento. Sono indicati per: sciatori poco esperti e adatti ad ogni tipo di neve. I modelli della categoria allround top level sono dedicati a sciatori più evoluti.
- SCI freeride e allmountain Il centro dello sci è molto più largo che negli altri modelli, allo scopo di fornire una maggiore superficie d'appoggio e favorire il galleggiamento su neve non battuta.
I modelli twin tip sono dotati di una coda rialzata che permette di svincolarsi facilmente dalla presa di spigolo in uscita dalla curva. Offrono buone prestazioni anche sulle piste battute e rappresentano perciò un interessante sci tuttofare.
Sono indicati per: gli amanti del fuoripista, che amano i pendii irregolari e condizioni di neve difficili e variabili.
- SHORT CARVE Molto corti (arrivano a stento a un metro di lunghezza), sono dotati di attacchi adattabili a tutti i tipi di scarponi da discesa. Hanno riscosso successo in America mentre in Europa, per il momento, non sembrano aver conquistato molti fans.
Sono indicati per: i giovani che amano compiere salti e acrobazie. Essi in commercio annche un modello per scialpinismo, con attacchi regolabili in tre posizioni (salita,attraversamento, discesa), adatto all'applicazione delle pelli di foca.
GLI ATTACCHI
Gli attacchi sono quegli accessori che svolgono l'importantissima funzione di unire gli sci alla scuola degli scarponi,formando un insieme stabile e sicuro.
- La loro scelta merita un'attenzione particolare, poiche' dalla loro qualità ed efficienza dipende l'integrità fisica dello sciatore: gli attacchi devono sganciarsi puntualmente quando subiscono una determinata trazione, in modo tale da svincolare il piede e permettere alla gamba di compiere liberamente i movimenti richiesti da una caduta corretta. nella scelta degli sci, e in parte in quella degli scarponi, è possibile tentare di risparmiare del denaro, evitate pero'di farlo su quest'accessorio.
- Il montaggio degli attacchi sugli sci,e la loro regolazione, deve essere effettuata con precisione da un esperto, sulla base delle vostre caratteristiche fisiche e delle dimensioni degli scarponi che utilizzerete solitamente.
- Gli attacchi sono formati da un puntale e da una talloniera, talvolta uniti da una piastra integrata che, fungendo da rialzo, diminuisce il rischio che scarpone e manto nevoso vengano in contatto. Nel puntale e nella talloniera sono localizzate due speciali viti con le quali è possibile regolare il livello di forza necessario a provocare il distacco dello sci. Tale regolazione - la cui precisione riveste logicamente notevole importanza per la vostra sicurezza - deve essere effettuata dal tecnico solitamente presente nelle rivendite e nei laboratori specializzati in attrezzature sciistiche.
- Gli attacchi sono prodotti in diversi modelli, destinati a utenti che vivono diversamente il loro rapporto con la neve: amatori, buoni sciatori e agonisti. La talloniera degli attacchi moderni è dotata di un particolare accorgimento, denominato "molla di spinta" che le permette, durante l'esecuzione della curva, di scorrere all'indietro di 4-5 mm, pur mantenendo inalterata la pressione dello scarpone. In questo modo lo sci è libero di deformarsi secondo le sue caratteristiche.
COME METTERE E TOGLIERE GLI SCI
- Aprite gli attacchi esercitando una pressione sulla leva di sbocco (la parte più alta) della talloniera. Pulite perfettamente la suola dello scarpone dai residui di neve e inserite prima la punta dello scarpone nel puntale dell'attacco e poi il tacco nella talloniera; spingete progressivamente in basso il piede finchè non sentirete scattare la talloniera.
- Il piede può essere liberato con una semplice pressione esercitata con la punta del bastoncino sulla parte più elevata della talloniera.
SCELTA DEGLI SCARPONI
Gli scarponi hanno subìto negli ultimi trent'anni un'incredibile evoluzione. Si è passati da scarponi realizzati con il cuoio e chiusi con lacci a quelli a quelli ultramoderni, di materiale plastico, dotati di meccanismo ski-walk che si attiva nel momento dell'uscita del piede dall'attacco.
- La struttura dello scarpone è comunque rimasta invariata: è composto da uno scafo, la parte inferiore rigida (realizzato in materiale plastico), dal gambaletto,che avvolge la tibia, e dalla scarpetta, solitamente estraibile. L'imbottitura della scarpetta s'adatta al vostro piede grazie alla deformazione termica dei materiali con cui è prodotta. Gli scarponi sono dotati solitamente di tre o quattro leve di chiusura (alcuni modelli addirittura di cinque) i cui ganci vanno a incastrarsi in particolari rastrelli e che possono essere regolate con precisione micrometrica grazie a piccole viti o a slitte di scorrimento.
- Le varie tipologie di scarponi da discesa seguono grosso modo la denominazione degli sci ai quali sono abbinati: allround, race (per agonisti), freeride ed easy ( per chi inizia). Per quasi tutti i modelli è disponibile anche una versione femminile.
- Nella scelta dello scarpone tenete conto di alcuni importanti fattori, come la sua adattabilità al vostro piede e la semplicità di calzata.Ricordate che i piccoli fastidi riscontrati in negozio si aggraveranno in pista in seguito all'indurimento dei materiali determinato dalle basse temperature esterne. Lo scarpone per sciatori esperti e agonisti è realizzato con mescole di plastica piuttosto rigide, che trasmettono gli impulsi impressi dallo sciatore in modo più diretto e immediato. Gli spazi interni sono ridotti e la scarpetta è più sottile; il comfort è di conseguenza minore. Nei modelli per sciatori più tranquilli vengono utilizzate plastiche più morbide, che agevolano il movimento delle caviglie, e scarpette interne imbottite, che garantiscono maggior benessere.
- Nel corso della prova, dopo avere indossato una calza molto pesante, allacciate tutti i ganci con una pressione media, assicurandovi che la linguetta della scarpetta sia in posizione corretta e il gambetto fasci bene il polpaccio. Tenete gli scarponi ai piedi per almeno 10 minuti, provando a camminare e ad eseguire alcuni piegamenti sulle ginocchia: non dovreste sentire pressioni in particolari punti (quelli particolarmente delicati sono il malleolo, la pianta e il collo del piede), ma solo una piacevole sensazione d'avvolgimento del piede.
La convinzione che acquistare scarponi di una misura più grande del necessario aiuti a stare comodi, le dita devono sfiorare l'interno della punta dello scarpone.
I negozianti, utilizzando particolari plantari, potranno diminuire comunque di mezzo punto la misura degli scarponi. Ricordate che alla fine di una giornata di sci è sempre meglio scomporre lo scarpone nei suoi due elementi principali - lo scafo e la scarpetta interna - e mettere entrambi ad asciugare in un ambiente caldo.
- Le calzature delle fasce di prezzo più elevate sono dotate di accorgimenti che ne rendono più confortevole l'uso.
Tra questi segnaliamo il walk system (un meccanismo di sblocco del gambale dello scarpone che permette di camminare mantenendo il piede in una posizione più naturale) e il canting (che regola l'inclinazione laterale dello scarpone, adattandolo alla vostra postura naturale).
SCELTA DEI BASTONCINI
I bastoncini sono utilizzati per mantenere l'equilibrio quando ci troviamo in posizione stazionaria, a imprimere la spinta con le braccia mentre marciamo con gli sci e a dare il giusto ritmo durante le discese quando avremo acquisito livelli di tecnica progrediti.
- I bastoncini devono avere una lunghezza adeguata al nostro corpo altrimenti ci costringeranno a compiere movimenti non corretti.
Per sapere se l'accessorio è adatto a voi, appoggiate l'impugnatura al suolo e afferrate l'asta appena al di sotto della rotella di plastica posta vicino alla punta. Il braccio, in questo modo, dovrà formare un angolo di 90 gradi.
- L'impugnatura dei bastoncini è un'operazione estremamente facile, ma essa è eseguita in maniera non corretta da molti sciatori: la mano, infilata da sotto nella cinghietta, si chiude saldamente sull'impugnatura comprendendo nella presa anche il punto di fissaggio della cinghietta.
I VESTITI DELLO SCIATORE
Le ditte produttrici di capi d'abbigliamento per lo sci hanno messo a punto una gran varietà di particolari tessuti, spesso di loro uso esclusivo, che garantiscono allo stesso tempo impermeabilità e buona traspirazione. La menbrana più utilizzata nella confezione di indumenti tecnici (giacche a vento, pantaloni, guanti....) ad uso sportivo è senza dubbio la gore-tex, i cui pori sono 20.000 volte più piccoli di una goccia d'acqua e 700 volte più grandi di una molecola di vapore acqueo: ciò significa che il sudore l'attraversa agevolmente mentre l'acqua non riesce a penetrarla.
LE GIACCHE A VENTO
Quelle delle migliori marche sono realizzate con tessuti resistenti agli strappi, traspiranti e impermeabili. Possono essere imbottite col classico piumino o con tessuti sintetici che offrono comunque un'ottimo isolamento. Le cuciture sono termosaldate per evitare infiltrazioni d'acqua.
I modelli di punta sono dotati di maniche e gilet staccabili che permettono allo sciatore - particolare utile soprattutto a fine stagione - di adattarsi facilmente alle mutevoli condizioni meteorologiche.
Un accessorio molto utile nelle giornate con vento freddo è il cappuccio a scomparsa, collocato nel colletto della giacca. Pratiche anche le tasche esterne per il cellulare, così come il gancio per appendere i guanti quando non si utilizzano.
I PANTALONI
Questo capo d'abbigliamento è da preferire rispetto alle tute intere, le quali non favoriscono la termoregolazione e sono poco pratiche per le soste alla toilette. Particolarmente comodi i modelli che hanno cintura bassa, bretelle incorporate staccabili e cerniere laterali sulle gambe.
Quasi tutti i pantaloni da sci sono dotati,nel fondo gamba, di ghette elasticizzate che avvolgono i gambetti degli scarponi impedendo le infiltrazioni di neve.
LE CALZE
Lo sci è uno sport che si pratica all'aria aperta, spesso (soprattutto se si è alle prime armi) si hanno frequenti impatti con la neve, ecco perchè questi accessori, apparentemente secondari, rivestono un'importanza quasi vitale. Calze tecniche, in vendita nei negozi sportivi, realizzate con tessuti sempre più sofisticati, vi aiuteranno a mantenere il piede caldo, evitandovi geloni e gonfiori, e preverranno un'eccessiva sudorazione.
I GUANTI
Sono un altro accessorio che riveste grande importanza per il nostro benessere durante la pratica dello sci. Quando sciate evitate accuratamente di indossare guanti in lana, poichè alla prima caduta sarebbero già inzuppati e le vostre mani si trasformerebbero presto in un blocco di ghiaccio.
Piuttosto sciegliete guanti di pelle e fate attenzione all'etichetta indicante la temperatura fino alla quale quel determinato modello garantisce calore.
- LE MUFFOLE, pur rendendo più impacciati i movimenti delle mani, hanno il gran pregio di permettere di mantenere le dita in contatto tra loro, diminuendo così la perdita di calore. Sono particolarmente indicate per i bambini e per le persone che presentano problemi di circolazione sanguigna.
LA MANUTENZIONE DEGLI SCI E DEGLI SCARPONI
I grandi campioni di sci e di snowboard hanno veri e propri team a loro disposizione per curare le numerose paia di sci e tavole gratuitamente fornite loro dalle case costruttrici. Squadre di esperti che rifilano le lamine, preparano le solette e studiano particolari scioline, dalla formula rigorosamente segreta. I comuni mortali, cioè la stragrande maggioranza degli sciatori, posseggono un solo paio di sci. Con altrettanta attenzione, ma in prima persona, devono quindi assicurare una corretta manutenzione dei propri attrezzi, in modo da preservare nel tempo il capitale investito, talvolta non indifferente. Si ricordi che, in particolare, sono soprattutto le discese di inizio e fine stagione, eseguite spesso con neve scarsa e numerosi sassi sulla pista, a causare danni e usura.
- Il problema può essere risolto rivolgendosi ai laboratori degli skyman, numerosi anche nelle grandi città lontane dalle montagne (la spesa si aggira attorno ai 20,00 euro per un trattamento semplice). A riguardo segnaliamo come, in genere, la manutenzione degli sci venga ormai svolta grazie all'utilizzo di appositi macchinari che, manovrati con esperienza, garantiscono preparazioni d'alta qualità degli sci da discesa, da fondo, da scialpinismo e delle tavole da snowboard, sia per chi gareggia in competizioni di alto livello sia per i semplici appassionati di sport invernali. Lo skyman continua però a seguire manualmente la rifinitura finale.
- Se però fate parte di quel gruppo di appassionati di sci, e di snowboard, desiderosi di curare personalmente i propri attrezzi, troverete nelle prossime pagine le nozioni necessarie a compiere le operazioni di manutenzione e riparazione.
L'ATTREZZATURA NECESSARIA
Gli accessori necessari alla lavorazione di sci e snowboard sono acquistabili nei negozi sportivi meglio forniti. Questa passione, ovviamente, ha un costo, ma la spesa necessaria per rifornirsi dei materiali qui sotto illustrati sarà ammortizzata da pochi trattamenti dei vostri attrezzi.
- Morse per fissare gli sci al piano di lavoro.
- Lime fini trasversali da 200 e 150 mm per la rifinitura delle lamine.
- Lima-fresa con disegno semicircolare, da usare per la sgrossatura della lamina sia dai fianchi sia dal piano soletta.
- Affilatore per lamine con variazione di angolazione da 88° a 90°.
- Pietra abrasiva per eliminare ossidazioni delle lamine.
- Pietra fine (Arkansas) per la lucidatura delle lamine.
- Olio da usare con la pietra Arkansas.
- Gomma speciale per ammorbidire le lamine così da rendere più manovrabile lo sci.
- Metalget prodotto utilizzato per ridurre l'attrito sulla lamina e aumentare la velocità dello sci.
- Scioline. Il tipo da utilizzare va scelto a seconda della qualità della neve: gialla per neve calda (da -15 a -25 °C). Si consideri che in genere la neve ha 4-5 °C in meno rispetto alla temperatura dell'aria, e tale valore è influenzato anche dal tasso di umidità. Ricordiamo poi che esistono:
- scioline con alta percentuale di fluoro, che si usano per aumentare la scorrevolezza dello sci in caso di alta umidità atmosferica;
- scioline universali, confezionate in pasta, spray o in stick di pronto utilizzo (entrambe molto pratiche in caso di interventi sulle piste);
- scioline per snowboard, anche in pasta di pronto utilizzo.
- Ferro per la sciolinatura utilizzato x fondere la sciolina e stenderla sulla soletta, ha un termostato che regola la temperatura in base al tipo di prodotto impiegato. Può essere sostituito con un vecchio ferro da stiro normale, ma con risultati inferiori e meno precisi.
- Spatola in plexiglas per sci per eliminare l'eccesso di sciolina sulla soletta. Esiste anche il modello per snowboard.
- Raschietto multiuso utile per rimuovere la sciolina dalle lamine.
- Spazzola d'ottone per effettuare la pulizia della soletta prima di procedere alla sciolinatura.
- Spazzola in nylon per ripulire l'impronta dall'eccesso di sciolina.
- Spazzola in crine per la rifinitura della soletta dopo la sciolinatura.
- Solvente spray per la pulizia della soletta.
- Solvente liquido ecologico utile per la pulizia della soletta.
- Fascette per legare gli sci.
PREPARAZIONE DELLA SOLETTA
Parte fondamentale della nostra attrezzatura sportiva, la soletta può subire abrasioni a causa di sassi su piste scarsamente innevate.
- Fate gocciolare una candelina di P-tex sulle parti danneggiate della soletta.
- Dopo aver lasciato raffreddare il materiale, eliminate le imperfezioni in superficie usando la lima fresa piatta con un movimento regolare della punta verso la coda.
- Per una corretta manutenzione è necessario ottenere una soletta con superficie perfettamente liscia; inoltre, con l'apposito righello, controllate che soletta e lemine siano perfettamente in piano, non presentino cioè dislivelli.
- Infine completate la lisciatura levigando la soletta con una lima fine avvolta nella carta abrasiva(grana 180), seguendo la direzione punta-coda.
PREPARAZIONE DELLE LAMINE
La maggior parte degli sci e snowboard escono dalla fabbrica con un'inclinazione delle lamine di 0,5-1° lato soletta e di 89-88° lateralmente. Queste inclinazioni permettono di ottenere una presa di spigolo perfetta e, al contempo, una facile conduzione. Nostro compito sarà ripristinare la corretta inclinazione delle lamine nel caso l'utilizzo in pista l'avesse compromessa, cioè procedere ad affilarle.
- Per ottenere uno sci più maneggevole si cerca di ridurre di un grado l'inclinazione della lamina sul piano soletta. Si usa una lima fine da 200 mm abbinata ad uno spessore di carta da 0,5 mm (corrispondente a quello di uno skipass per lettori elettronici): l'immagine evidenzia il modo d'uso.
- Prima di preparare le lamine lateralmente è consigliabile usare il toglifenolo per eliminare il materiale platico che impedirebbe una corretta affilatura. Questa operazione va esguita mantenendo lo sci bloccato in posizione verticale.
- Si procede poi all'affilatura delle lamine con un apposito affilatore regolabile.
- Per rendere più duratura l'affilatura conviene trattare poi le lamine, su entrambi i lati, con la pietra Arkansas (inumidita costantemente con olio) oppure con un pezzo di ceramica.
- Sempre per rendere lo sci più maneggevole consigliamo di ammorbidire le lamine (cioè per ridurne il filo) in punta e in coda per 5-10 cm, usando una gomma speciale.
LA SCIOLINATURA
E' consigliabile sciolinare a caldo sci e snowboard appena acquistati e ripetere, sucessivamente, l'operazione almeno tre volte nel corso della stagione invernale (attività sportiva con frquenza medio bassa). La sciolinatua mantiene l'efficienza dello sci, rendendolo più scorrevole e veloce: alcuni esperti consigliano di effettuare questa operazione anche dopo un solo fine settimana sulla neve.
- Innanzi tutto pulite la soletta spruzzando sulla sua superficie l'apposito solvente spray; lasciate agire il prodotto per qualche minuto, quindi passate per tutta la lunghezza una spazzola di ottone, procedendo dalla punta alla coda.
- Per eseguire correttamente l'operazione conviene bloccare lo sci in posizione orizzontale, con la soletta rivolta verso l'alto.
- Effettuate poi un passaggio con la spatola di plexiglas avvolta con carta da cucina, così da assorbire e rimuovere le impurità che eventualmente il solvente ha portato in superficie.
- L'operazione di sciolinatura vera e propria si esegue con gli sci non bloccati, poichè il calore può provocare la temporanea deformazione della struttura, che non và assolutamente impedita.
Scaldate il ferro speciale per sciolinatura (regolate la temperatura in base al tipo di sciolina che intendete utilizzare). Fate colare la sciolina sulla soletta disegnando una serpentina.
- Usando pio il ferro di piatto direttamente sulla soletta, spalmate in modo uniforme il prodotto con un movimento continuo dalla punta alla coda.
- lasciate raffreddare il prodotto a temperatura ambiente (almeno 12 ore), quindi rimuovete la sciolina in eccesso passando la spatola di plexiglas.
- Terminate l'operazione ripulendo la soletta con una spazzola di nylon e, da ultimo, lucidatela con un panno antistatico.
LA PISTA DA SCI
Pochi sciatori, quando scendono lungo una pista perfettamente innevata, circondata da comodi rifugi muniti di solarium e cucine dalle quali fuoriescono aromi appetitosi, riflettono sul lavoro necessario a ottenere un tale grado di efficienza in un ambiente difficile come quello montano. I lettori non più giovanissimi ricorderanno quali erano le condizioni delle piste, negli anni Settanta-Ottanta, soprattutto con scarse precipitazioni nevose, o a fine stagione, periodi durante i quali la terribile qualità della neve provocava, tra gli sciatori, diversi infortuni. Le seggiovie, con sedili in legno e senza paravento, si trasformavano, nelle giornate di cattivo tempo, in infernali trappole ove lo sciatore veniva sferzato da gelide folate di vento e neve.
L'avvento dei cannoncini sparaneve, di impianti di risalita sempre più capienti, veloci, e isolati termicamente, e il sempre più assiduo impegno degli addetti - che con gatti delle nevi moderni ed efficienti iniziano a battere i percorsi fin dalla chiusura serale degli impianti - garantiscono oggi piste sicure con neve abbondante e ben battuta per periodi sempre più lunghi.
REALIZZAZIONE E MANUTENZIONE DELLA PISTA
lE PISTE DA SCI NON SONO AMBIENTI NATURALI. Praticamente nel 100% dei casi esse sono state ricavate sui pendii montuosi modificando lo stato primitivo dei luoghi, tagliando alberi, disturbando la fauna selvatica, mettendo in pericolo l'equilibrio geologico. Per questo motivo da alcuni anni l'approvazioe di tali lavori segue un iter piuttosto complesso e rigidamente disciplinato.
- Nella scelta del pendio per la realizzazione di una nuova pista sono tenuti in considerazione diversi fattori: il tipo di utenza alla quale è destinata (turisti più o meno capaci o agonisti), l'esposizione all'irradiamento solare, la capacità ricettiva alberghiera e similare dell'area circostante, la possibilità di battitura con mezzi meccanici, i dati storici sugli eventi meteorologici della zona e il grado di tericolisità relativo alle valanghe.
- Una volta individuato il tracciato ottimale della futura pista, si procede alla realizzazione dei lavori, cercando di evitare disboscamenti inutili, unendo spiazzi e vallette già esistenti. Si evita la formazione di diagonali troppe lunghe, noiose per gli sciatori,e di curve con pendenza esterna, alquanto pericolose.
La pista e le scarpate sono poi inerbite artificialmente, per evitare piccole frane e diminuire l'impatto visivo dei lavori di scavo. Si costruiscono ponti di legno per l'attraversamento di tratti particolarmente scoscesi e si predispongono tunnel di passaggio negli incroci obbligati o nelle zone di sgancio degli impianti.
Ai lati della pista si mettono in posa canali di scolo per l'acqua di fusione della neve e si mantiene controllata la cesceta degli alberi e degli arbusti, operazione che dovrà essere eseguita anche sulla linea di movimento delle funi degli impianti.
GATTO DELLE NEVI
Utilizzato per battere la neve sulle piste, è una macchina operatrice dotata di una lama anteriore, che ridistribuisce i cumuli di neve formatisi sulla pista, e di una fresa posteriore, che rimescola gli strati superficiali del manto nevoso ed elimina eventuali placche di ghiacco. Alcuni gatti possono rimorchiare un carrello sul quale trasportare neve - per depositarla in punti in cui è presente in quantità insufficiente - oppure attrezzature necessarie alla gestione della pista o di gare sportive. Sulle piste da sfondo sono utilizzati gatti di dimensioni inferiori, dotati di una slitta posteriore a traccia che crea il binario sul quale transitano gli sciatori.
CANNONCINI SPARA NEVE
E' sicuramente un'invenzione che ha rivoluzionato la gestione delle piste da sci, poichè ne permette la copertura anche in caso di mancanza di neve naturale.
Condizione fondamentale per la produzione di neve artificiale è la disponibilità d'acqua. A tale scopo essa viene raccolta, fin dalla primavera, in un bacino ricavato solitamente alla base delle piste. Da quest'invaso partono tubazioni interrate, e isolate termicamente, che conducono l'acqua, spinta da speciali pompe, nei punti d'utilizzo rappresentati dai cannoncini sparaneve.
La produzione di neve artificiale è possibile solo nelle giornate in cui la temperatura dell'aria e del suolo raggiungono determinati livelli e c'è assenza di vento.
GLI IMPIANTI DA SCI
La qualità degli impianti di una stazione invernale dipende, logicamente, dal capitale investito dagli imprenditori. Molte stazioni minori, poste in località ove le precipitazioni nevose sono irregolari, soppravvivono a stento, spesso solo grazie a finanziamenti pubblici. La tipologia degli impianti delle stazioni sciistiche italiani è pertanto molto varia.
Esistono località ancora dotate di seggiovie con antiquati sedili monoposto in legno senza poggiapiedi; mentre in altre la maggior parte delle piste è servita da moderne cabinovie, con vagoncini a sei posti completamente chiusi da vetrate che permettono di rimanere al caldo e godersi il panorama durante tutta la salita. Le cabine sono numerose sulla fune e il flusso di salita è continuo. Alla partenza gli scii devono essere inseriti in appositi contenitori collocati sull'esterno delle porte di chiusura della cabina.
Le funivie che possono portare fino a 150 passeggeri a giro, sono invece dotate di sole cabine che partono uno dalla stazione a monte e una dalla stazione a valle. Le risaliti si effettuano perciò con intervalli di diversi minuti l'una dall'altra. Spesso si formano lunghe code d'attesa.
Manovie e skilift a bastone, infine, sono gli impianti più semplici ed erano, fino a pochi anni fa, i più diffusi. Sono utilizzati ormai solo sulle piste per l'insegnamento e per i principianti (piste baby).
Il comportamento in pista
Tutte le persone che si dedicano alla pratica dello sci, dai giovani spericolati, perfettamente padroni del propio corpo,ai pensionati che cominciano a nutrire qualche preoccupazione per le proprie gambe, sono tenuti a mantenere sulle piste un comportamento prudente, improntato soprattutto al rispetto degli altri, per permettere a tutti di divertirsi secondo le propie capacità. Troppi maleducati scendono ancora pericolosamente per le piste a tutta velocità, spesso con tecniche sgradevoli alla vista, saettando tra inermi bambini e anziani, senza essere in grado di schivare imprevisti ostacoli.
VINCERE IL PANICO DELLO SKILIFT
Quest'impianto di risalita - forse uno dei piu' antiquati come concezione, assieme alla manovia - si trasforma spesso in un autentico terrore per gli sciatori principianti. All'ingresso dell'impianto, quasi sempre, troverete un cortese addetto che vi aiuterà ad avviarvi correttamente sulla pista di risalita. Nelle stazioni minori può accadere talvolta che tale personale non sia presente. Per eseguire da soli questa semplice, ma talvolta rischiosa, operazione seguite questi consigli:
- nell'area di partenza posizionatevi nel punto in cui i ganci passano più bassi, in posizione decentrata di mezzo metro rispetto al loro percorso;
- impugnate con una sola mano i due bastoncini e alzate la mano libera, attendendo l'arrivo di un gancio.
- afferratelo con energia per il bastone e abbassatelo in direzione del vostro inguine, passando il disco tra le cosce;
- inserire il bastone tra le cosce, e fate aderire il sedere al disco di plastica;
- flettete leggermente le gambe, evitando di portare il peso in avanti, e attendere il successivo strattone;
- durante la salita cercate di mantenere sempre gli sci all'interno delle rotaie formatesi nella neve con il passaggio.
Qualora vi capiti di cadere, tenete ben presente che lo sciatore che sta salendo con il gancio successivo al vostro, soprattutto se principiante, difficilmente riuscirà a schivarvi. Liberate quindi immediatamente la rotaia di ascesa trascinandovi, se necessario, appena al di fuori della sua traiettoria e rimandando a un secondo momento i tentativi di rialzarvi. Una volta tornati alla perfetta padronanza dei vostri attrezzi, non vi resterà che scendere nuovamente alla stazione di partenza.
- Un'altra fase critica della risalita è lo sganciamento alla stazione d'arrivo. Solitamente nella zona d'arrivo la rotaia diventa quasi piana:
-attendere di essere giunti in quel punto per afferrare il bastone del gancio, piegarlo verso il basso in modo di liberare il disco in plastica e farlo passare tra le gambe leggermente allargate;
- trattenete il bastone ancora per qualche istante, facendovi trascinare fino al punto desiderato, quindi rilasciatelo e spostatevi subito all'inizio della pista, evitando di rimanere a ingombrare l'area di distacco.
Il rilevante numero di incidenti ha di recente spinto gli organi di polizia ad approntare servizi di controllo lungo le piste da sci.Questo intervento,può sembrare una restrizione della propria libertà, non può essere che benvenuto, considerata la preparazione civica e tecnica di certi sciatori.
REGOLE DI COMPORTAMENTO
Il comportamento degli sciatori, anche se pochi lo sanno, è comunque sottoposto a una regolamentazione codificata che, in caso d'incidente, ha validità legale. Vediamo quali sono le norme principali.
-Lo sciatore proveniente da monte, che ha la possibilità di osservare gli spostamenti degli sciatore più a valle collisioni con gli altri utenti della pista. La precedenza spetta sempre a chi viene da destra.
- Il sorpasso deve essere effettuato im modo tale da non disturbare la traiettoria seguita dallo sciatore superato. Particolare attenzione va adottata nelle vicinanze di sciatori visibilmente poco esperti.
- Lo sciatore che si immette in una pista, o la attraversa, deve assicurarsi, con un attento controllo visivo sia a monte che a valle, di poterlo fare senza arrecare pericolo a sè e agli altri (ricordare che sulle piste circolano anche motoslitte, gatti delle nevi e pedoni).
- Eventuali soste devono essere effettuate ai bordi della pista e mai nei passaggi obbligati. In caso di caduta è obbligatorio sgomberare al più presto la zona di transito.
- Gli sciatori che, a piedi, discendono la pista o la risalgono, devono farlo mantenendosi ai bordi della stessa.
- I segnali di pericolo e di chiusura delle piste sono ad osservanza obbligatoria: essi sono apposti per tutelare l'incolumità di tutti.
- I segnali rotondi colorati, detti paline, indicano la difficoltà della pista che si va a percorrere e il suo numero d'identificazione. In ordine crescente essa viene indicata con i colori blu, rosso e nero.
- In caso d'incidente qualunque persona sia nelle vicinanze è chiamata a prestare soccorso all'infortunato. Chiunque sia cinvolto o ne sia testimone è tenuto a fornire le proprie generalità.
SOCCORRERE GLI INFORTUNATI
E' buona norma del vivere civile osservare con attenzione ogni sciatore caduto lungo la pista, soprattutto se non accompagnato. Se qualcuno dovesse sembrarvi in difficoltà, avvicnatevi e chiedetegli se ha bisogno d'aiuto. Nel caso fosse infortunato avvisate immediatamente i soccorritori telefonando al numero d'emergenza sanitaria, il 118, attivo su quasi tutto il territorio nazionale. Se sietesprovvisti di un cellulare richiamatenl'attenzione di altri sciatori e invitateli a chiedere l'intervento medico alla stazione dell'impianto più vicino.
- Nel caso di sospetta frattura, o lussazione, muovete il meno possibile l'infortunato, limitandovi a liberarlo degli sci e dai bastoncini. Impeditegli di alzarsi o sedersi prima di aver accertato che tali movimenti non gli saranno dannosi e non tentate di raddrizzare eventuali deformazioni degli arti. Attendete assieme all'infortunato l'arrivo dei mezzi di soccorso. Non esitate a coprire con i vostri indumenti il ferito se dovesse avere freddo. Non somministrategli alcolici e non strofinategli le estremità con la neve.
COME INIZIARE A SCIARE
L'apprendimento della tecnica dello sci è meno difficile di quanto possa sembrare a un occhio inesperto; prova ne è la nutrita presenza sulle piste di gruppi di persone (adulti,anziani e bambini) guidati da maestri di sci.
Il nocciolo della questione è trovare il giusto approccio a questa pratica sportiva. Lo sci da discesa è una materia piuttosto ostica per gli autodidatti e, francamente, ci sentiamo di dire che le lezioni impartite dagli amici producono, nella maggior parte dei casi, risultati poco apprezzabili.
Il modo migliore per imparare a sciare è senza dubbio rivolgersi alla segreteria di una delle 350 scuole di sci, presenti in quasi tutte la stazioni inverali italiane. I maestri di sci nel nostro Paese sono circa 8.000 e fanno capo all'Associazione maestri sci italiani (AMSI),fondata nel 1963, mentre la loro figura professionale è stata ufficialmente riconosciuta dallo Stato nel 1991.
Le lezioni possono essere collettive o singole. Il costo della lezione singola si aggira attualmente
attorno ai 35,00 euro l'ora, mentre quello della collettiva è inferiore e varia in base al numero di allievi. Gli sci devono essere noleggiati precedentemente presso uno degli esercizi appositi.
I BAMBINI E LO SCI
Le giovani coppie di sciatori devono, prima o poi, affrontare il delicato momento dell'ingresso del proprio bambino nel mondo dello sci. Nei suoi primi anni di vita i genitori possono, con modesto sacrificio da parte di entrambi, godere di qualche mezza giornata da dedicare allo sci, ma quando il frugoletto raggiunge all'incirca i quattro anni, la sua intraprendenza comincia ad essere una questione da risolvere. Che fare? Continuare a farlo giocare ai bordi della pista o tentare di fargli indossare gli sci? La prima tentazione sarà quella di istruirlo personalmente, e puntualmente arriveranno scoraggiati insuccessi. Ci si deciderà pertanto a rivolgersi ad una scuola di sci.
-Il bambino deve essere invogliato a provare quest'esperienza e preparato psicologicamente con un certo anticipo.Richiedete alla segreteria della scuola di sci un maestro specializzato nell'insegnamento ai bambini. Cercate inoltre di non avviare vostro figlio a questo sport in giornate particolarmente fredde.Tre o quattro lezioni saranno sufficenti al bambino per imparare a prendere da solo lo skilift e a percorrere, senza cadere, la pista d'insegnamento.I maestri sono molto meno utili da un punto di vista didattico.Un'ora di lezione al giorno può bastare.Un consiglio: non piazzatevi ai bordi della pista a richiamare continuamente il giovane sciatore; questo comportamento, oltre a innervosire il maestro, distrarrà all'allievo dall'insegnamento.
-In alcune località sciistiche sono organizzati corsi-nursering durante i quali i bambini, raggruppati in folti gruppi, sono seguiti per una settimana intera dai maestri che li istruiscono per gran parte della giornata. Se siete genitori poco apprensivi, questa è la soluzione migliore per godervi qualche sciata in santa pace. Alla fine di questi corsi i bambini scieranno probabilmente meglio di voi. Per correre con successo per la prima volta piste da adulti in compagnia di vostro figlio è una soddisfazione che merita di essere vissuta.
-Nella scelta dell'abbigliamento per i piccoli sciatori tenete conto che le tute intere sono più calde, ma poco pratiche nelle frequenti soste alla toilette; inoltre, sono poco adatte in giornate con tempo variabile e frequenti sbalzi di temperatura. Sono da preferire pertanto maglioncini e salopette completati da una giacca a vento di qualità.
-Per quanto riguarda l'attrezzatura sciistica, la scelta più economica è sicuramente quella del noleggio. I bambini crescono continuamente e scarponi e sci sono utilizzabili al massimo per un paio d'anni.Il noleggio di tali accessori costa pochi euro al giorno e questa soluzione permette di avere sempre attrezzature di misura adeguata al bambino. L'aquisto di sci e scarponi nuovi di dimensioni eccessive non è di alcuna utilità, bensì causa difficoltà nell'appendimento e può essere fonte d'infortuni.
LA TECNICA DELLO SCI
Alcuni concetti fondamentali
Per comprendere meglio i paragrafi che seguiranno è necessario chiarire il significato di alcuni termini che incontrerete nella descrizione delle varie tecniche.
- Posizione di base. Postura che lo sciatore assume naturalmente una volta indossati gli sci, rimanendo fermo su un terreno pianeggiante. Le ginocchia sono leggermente piegate, il peso equamente distriuito sugli arti inferiori; le braccia, che impugnano i bastoncini, sono un pò aperte e protese in avanti. Il corpo non è completamente eretto a causa della conformazione dell'insieme scarpone-attacco che tende a farlo avanzare.
-Linea di massima pendenza. Linea immaginaria lungo la quale lo sciatore, che percorre un pendiò nevoso, può raggiungere la massima velocità.
- Esterno e interno. Termini di riferimento utilizzati quando lo sciatore sta effettuando una curva, così per sci interno intenderemo più vicino al centro della curva.
-Monte e valle. Indicano posizioni relative allo sciatore che sta attraversando un pendio in diagonale.
- Sinistra e destra. Termini utilizzati quando lo sciatore si trova in piano o scende sulla linea di massima pendenza di una pista.
- Presa di spigoli. L'azione d'incisione del pendio nevoso esercitata dalle lamine degli sci. Essa permette allo sciatore di variare la propria direzione creando la forza centripeta necessaria alla realizzazione della curva.
-Cambio di spigoli. Passaggio dagli spigoli interni di una curva a quelli interni della curva successiva. Si ottiene con la traslazione.
- Movimento di orientamento del corpo. Rotazione dello sciatore, intorno al proprio asse longitudinale, verso il senso di curva. Tale orientamento pone progressivamente termine all'esecuzione della curva precedente; il corpo si rivolge gradualmente nel senso della curva da effettuare,con una distensione che diminuisce la presa sugli spigoli sfruttati per effettuare la curva precendente e lo scivolamento delle punte verso la linea di massima pendenza. Contemporaneamente, l'angolazione dell'asse caviglie-ginocchia verso l'interno-avanti della curva da effettuare innesta la presa di spigolo sulle lamine opposte.
- Angolazione. Serie di movimenti (di anche,ginocchia e bacino, in funzione dell'azione da svolgere) che determinano la presa di spigolo.
- Piegamento. Passaggio da una posizione estesa a una più o meno raccolta (che provoca un abbassamento del centro di massa). Si effettua principalmente con una flessione delle gambe e provoca generalmente il caricamento di peso sugli sci. Nel superamento di gobbe il movimento determina invece un alleggerimento del peso.
- Distensione. Passaggio da una posizione più o meno raccolta a una distesa,attraversa l'estensione delle gambe e del tronco che provoca l'innalzamento del centro di massa dello sciatore. Libera gli sci dal carico di peso.
- Traslazione. Spostamento volontario del centro di massa che determina la fine di una curva e l'inizio volontario di quella immediamente successiva. La traslazione deve iniziare quando gli sci non hanno ancora terminato la curva precedente. Il centro della massa dello sciatore si sposta, e tale movimento è preceduto da una distensione, verso l'interno avanti della curva successiva. La diminuzione conseguente dell'angolazione, l'azione d'indirizzamento dei piedi verso la curva successiva, e l'orientamento del corpo determinano il cambio di spigoli.
- Centro di massa dello sciatore o baricentro. E' il punto di applicazione delle varie forze che agiscono sullo sciatore. Generalmente corrisponde al bacino: i movimenti di tale struttura ossea sono il fattore principale di determinazione di un'esecuzione corretta delle curve.
- Conduzione. Esecuzione di curve con traiettorie volute e precise, risultante da un complesso di movimenti tecnici (traslazione, distensione, angolazione,piegamento ecc.) e dalla deformazione longitudinale e trasversale degli sci (flessibilità, torsione ecc).
L'INSEGNAMENTO IN ITALIA
Nel nostro Paese l'insegnamento dello sci è strutturato sulla base di tre livelli didattici: il bronzo, l'argento e l'oro. Ogni livello è a sua volta suddiviso in tre classi.
- Il livello BRONZO è quello iniziale: agli allievi si insegnano i primi rudimenti, le curve a spazzaneve e le virate.
- Il livello ARGENTO ha come obiettivo educativo l'esecuzione di una sequenza di curve cristiana;
ad essa si arriva attraverso l'apprendimento delle curve di base, delle curve cristiania di base e cristiania ad arco ampio, medio e breve.
- Il livello ORO è riservato agli sciatori evoluti che affinano la tecnica già acquisita imparando nella I classe a sciare in conduzione, evolvendo nella II classe con la superconduzione e passando nelle III classe ai massimi livelli tecnici, con discese su pendii molto ripidi e in neve fresca d'ogni tipo.
SEQUENZA DI CURVE A SPAZZANEVE
LIVELLO BRONZO
La curva a spazzaneve rappresenta il modo più elementare di cambiare direzione. Questa tecnica, di facile apprendimento, fornisce al principiante una grande e rassicurante base d'appoggio durante la discesa. Con esercizi graduali tenteremo di arrivare a effettuare una sequenza di curve consecutive a spazzaneve.
SCIVOLATA DA SCI PARALLELI IN PIANO
- Su terreno quasi pianeggiante, dalla posizione di base spingetevi in avanti con i bastoncini.
Una volta avviati, effettuate leggeri movimenti d'innalzamento e abbassamento del corpo, mantenendo una posizione leggermente avanzata. Gli sci devono scivolare paralleli.
IN ATTRAVERSAMENTO
- Su una pista con pendenza liee, dalla posizione di base spingetevi in avanti, attraversando in diagonale la pista, mantenendo gli sci paralleli e distanziati.
SULLA MASSIMA PENDENZA
- Ripetete il movimento precedente dirigendovi sulla linea di massima pendenza di una pista con pendenza molto lieve.
SPAZZANEVE
Iniziamo ora a controllare la velocità della scivolata per mezzo dell'azione frenante della posizione a spazzaneve. Gli sci devono essere divaricati in coda a appoggiare sugli spigoli interni. Il peso deve essere equamente distribuito sulle gambe, che saranno mantenute leggermente flesse. Le braccia sono staccate dal corpo e protese in avanti.
IN ATTRAVERSAMENTO
- Divaricate le code degli sci e iniziate la scivolata sulla diagonale della pista, mantenendo la posizione a spazzaneve fino al raggiungimento di un punto prefissato. Il peso grava maggiormente sullo sci a valle, che è più divaricato di coda rispetto all'altro e sfrutta maggiormente l'appoggio dello spigolo interno.
SULLA LINEA DI MASSIMA PENDENZA
- Ripetete il precedente movimento a spazzaneve in direzione della linea di massima pendenza.
Attenzione: per frenare l'andatura dovete agire con gli arti inferiori, in modo da aumentare l'apertura delle code e, di conseguenza, la presa degli spigoli interni, mantenendo inalterata la distanza tra le punte.
CAMBIO DI DIREZIONE A SPAZZANEVE
Ora acquistiamo la tecnica necessaria a compiere dei cambiamenti di direzione in posizione a spazzaneve.
CURVA VERSO MONTE DOPO UNA DIAGONALE
- Attraversando in diagonale la pista, in posizione di spazzaneve, orientale progressivamente il corpo verso monte.
- Caricate di peso maggiormente la gamba a valle e fate presa, in particolar modo, sullo spigolo interno dello sci a valle, per virare verso monte. Ripetere l'esercizio agendo sulla gamba sinistra per curvare verso destra.
DALL'ATTRAVERSAMENTO ALLA MASSIMA PENDENZA
1) Iniziale ad attraversare la pista in diagonale nella posizione a spazzaneve.
2) Orientale progressivamente il corpo verso valle e, sfruttando lo spigolo interno dello sci a monte, dirigetevi verso la linea di massima pendenza. Il piegamento delle gambe passa da asimmetrico durante le fasi di attraversamento in diagonale (gamba a valle più piegata) e curva (gamba a monte più piegata) a simmetrico (entrambe le gambe flesse) nella discesa sulla linea di massima pendenza. Nella fase di curva viene sfruttato prevalentemente lo spigolo interno dello sci a monte, mentre sulla linea di massima pendenza entrambi gli spigoli interni partecipano al controllo della velocità.
COLLEGAMENTO DI CURVE A SPAZZANEVE
Tenteremo di scendere dalla pista collegando varie fasi d'attraversamento in diagonale con curve a spazzaneve.
1) Procedete in attraversamento in diagonale in posizione di spazzaneve con le gambe leggermente flesse e peso quasi equamente distribuito su di esse.
2) Distendete, spostate il peso sullo sci a monte e orientate contemporaneamente il corpo verso valle.
3) Sfruttate lo spigolo interno dello sci a monte per effettuare la curva.
4) Superate la linea di massima pendenza e continuate la traiettoria iniziando un nuovo attraversamento in diagonale, nel corso del quale curerete la posizione di affrontare una nuova curva.
VIRATA DALLA DIAGONALE A VALLE
1) Scendete in diagonale, mantenendo l'angolazione del corpo verso le punte degli sci e la presa sugli spigoli a monte.
2) Dopo avere effettuato una distensione, orientate progressivamente il corpo verso valle, facendo assumere agli sci una leggera apertura a spazzaneve. In questo momento la presa di spigolo sullo sci a monte deve essere invertita, passando dallo spigolo a monte allo spigolo a valle. Diminuite il peso sullo sci interno e, una volta giunti sulla linea di massima pendenza, avvicinatelo all'altro.
3) Continuate il movimento con un piegamento di entrambi gli arti inferiori, in presa di spigolo a monte, e l'angolazione leggermente verso valle (così da controllare l'inerzia rotazionale che vi spingerebbe a girare verso monte); concludete con uno slittamento sterzante.
SEQUENZA DI VIRATE
Con i prossimi esercizi impareremo a compiere una sequenza di virate, passando progressivamente dalle curve in posizione a spazzaneve a quelle con code più ravvicinate e sci paralleli.
VIRATA IN ATTRAVERSAMENTO
- Iniziate l'attraversata del pendio in posizione a spazzaneve.
( Pista consigliata con pendenza media, uniforme).
- Allegerite il peso sullo sci a monte, portando il carico principalmente su quello a valle, e avvicinatelo progressivamente all'alto. Nel momento in cui i due sci saranno paralleli, con i piedi posti ad una distanza naturale, flettete maggiormente le gambe portando il peso su entrambi gli sci e iniziando una scivolata in attraversamento.
SEQUENZA DI CURVE DI BASE
Con questo livello tecnico i movimenti di distensione e piegamento acquistano maggiore importanza.
Si apprende inoltre il concetto di traslazione applicano al cambio di presa degli spigoli.
CURVA DI BASE DALLA MASSIMA PENDENZA
- Scendete sulla linea di massima pendenza con sci paralleli e peso equamente distribuito sulle gambe. Orientate il corpo nella direzione di curva voluta spostando maggiormente il peso sullo spigolo interno dello sci esterno.
- Immediatamente dopo piegate le gambe e angolate, iniziando l'azione sterzante verso monte e contrastando l'inerzia che vi spingerebbe ad andare in rotazione. (Eseguite l'esercio in entrambi i lati).
CURVA DI BASE DALLA DIAGONALE A VALLE
- Scendete in diagonale con sci paralleli e peso equamente distribuito sulle gambe.
- Ricordate che in questa fase dell'apprendimento il bastoncino non si usa ancora come appoggio.
- Diminuite l'angolazione e la presa di spigoli con una distensione, orientate progressivamente il corpo nella direzione di curva desiderata e agite sullo spigolo interno dello sci esterno.
- Rggiunta la linea di massima pendenza, flettete gli arti inferiori e angolate progressivamente, controllando la sterzata.
- Tornati sulla diagonale riassumete la posizione di attraversamento.
SEQUENZA DI CRISTIANIA DI BASE
Curvando con questa tecnica il cambio degli spigoli si effetua completamente all'inizio dell'azione e non, come negli esercizi precedenti, con un movimento progressivo costante dall'inizio curva fino alla linea di massima pendenza. L'appoggio dei bastoncini assume grande importanza poichè detta il ritmo dei movimenti di tutte le parti del corpo.
DISCESA IN DIAGONALE
- Affrontate la discesa in diagonale mantenendo gli sci paralleli e in presa di spigolo; sci, anca e spalla che si trovano a monte devono essere di poco avanzati rispetto al resto del corpo; le gambe sono leggermente flesse e il peso va caricato prevalentemente sullo sci a valle; le braccia, semiflesse, sono tenute lontane dal busto.
DISCESA IN DIAGONALE CON APPOGGIO DEL BASTONCINO
- Durante la discesa in diagonale effettuate un piegamento progressivo degli arti inferiori.
- Rialzandovi, nel momento in cui iniziate la distensione delle gambe, flettete l'avambraccio a valle e appoggiate il bastoncino poco avanti l'attacco, mantenendo inalterate direzione e presa di spigoli.
DISCESA SULLA MASSIMA PENDENZA CON APPOGGIO ALTERNATO DEI BASTONCINI
1) Durante la discesa sulla linea di massima pendenza effettuate, senza modificare il carico di peso sugli sci, una serie di piegamenti e distensioni degli arti inferiori, appoggiando alternativamente i bastoncini nel momento in cui il movimento di piegamento termina e inizia quello di distensione.
L'appoggio del bastoncino va effettuato con una semiflessione del polso.
2) La sequenza permette di visualizzare il movimento del polso che controlla l'appoggio del bastoncino.
DISCESA CON SLITTAMENTO ALTERNATO ALLA DIAGONALE
1) Durante la discesa in diagonale diminuite l'angolazione, e di conseguenza la presa di spigolo, e innalzate l'asse ginocchia-bacino. Ciò produrrà subitaneamente uno slittamento, che controllerete con l'azione sterzante dei piedi verso monte e con gli spigoli a monte degli sci.
2) Continuate effettuando una flessione sulle gambe e rivolgendo il busto progressivamente verso valle. Aumentate nuovamente l'angolazione e la presa di spigolo, riprendendo la discesa in diagonale e orientando il corpo verso le punte degli sci. L'azione si chiude con uno slittamento. Gli sci devono essere mantenuti paralleli in ogni fase dell'esercizio. Ripetere l'esercizio su entrambi i lati del corpo.
CRISTIANIA DI BASE DALLA DIAGONALE A VALLE
1) Scendendo in diagonale effettuate il piegamento.
2) Appoggiate il bastoncino verso l'interno della curva (cioè verso valle) e distendete iniziando la traslazione del centro di massa del corpo, rivolgendo velocemente il busto e le anche verso valle, spostando il carico dagli spigoli rivolti a monte a quelli interni.
3) Compiuta la curva terminate il movimento verso monte flettendo gli arti inferiori, ritornando in presa di spigoli a monte e angolando per controlare la tendenza ad andare in rotazione.(Ripetere l'esercizio su entrambi i lati del corpo).
COLLEGAMENTO DI CRISTIANIA DI BASE
1) Ripetere l'esercizio precedente collegando, senza soluzione di continuità, curve cristiana su entrambi i lati e diagonali. Variate gradualmente la lunghezza delle diagonali e l'ampiezza dell'arco di curva.
2) Dalla discesa in diagonale piegatevi poi, in distensione-traslazione con appoggio del bastoncino, orientate il corpo verso l'interno della curva, variando la presa di spigoli e proseguendo il piegamento-angolazione.
3) Tornate in posizione di diagonale per poi iniziare la curva successiva con le stesse modalità della precedente.
SEQUENZA DI CRISTIANIA CON VARI ARCHI DI CURVA
Impareremo ora come effettuare sequenze di curva cristiania con diversi archi (ampio, medio e corto),ottenendo la conduzione degli sci.
SEQUENZA DI CRISTIANIA AD ARCO AMPIO (PARALLELO)
1) Durante la discesa in diagonale effettuate il piegamento e appoggiate il bastoncino per poi andare in distensione.
2) Spostate il centro di massa verso l'interno-avanti della curva, orientando il corpo nella direzione di curva ed eseguendo contemporaneamente il cambio di spigoli.
3) Continuate la curva in piegamento e angolazione e affrontate la curva successiva nello stesso modo.Questo tipo di curva va eseguito su piste sufficientemente larghe, e poco affollate, data l'ampiezza dell'arco di curva e la maggior velocità che acquista lo sciatore.
SEQUENZA DI CRISTIANIA AD ARCO MEDIO (SERPENTINA)
Ripetere i movimenti previsti dall'esercizio precedente effettuando però archi di curva meno ampi. Il cristiania ad arco medio può essere utile su piste affollate, o piuttosto strette, in quanto permette un buon controllo della velocità e richiede una minor superficie per l'esecuzione.In questo esercizio la riduzione del raggio di curva coinvolge maggiormente la muscolatura addominale.Il bastoncino deve essere usato correttamente in appoggio.
SEQUENZA DI CRISTIANIA AD ARCO CORTO (CORTO RAGGIO)
L'arco di curva è ancora più stretto. Il busto è decisamente rivolto a valle, per controllare meglio l'inerzia rotazionale, e il movimento d'orientamento del corpo viene effettuato prevalentamente con gli arti inferiori. Dato il breve arco della curva il busto è rivolto verso valle.Questo esercizio va eseguito ad un ritmo maggiore rispetto ai precedenti e su piste con pendenza accentuata. Permette un buon controllo della velocità e quindi maggior sicurezza in tratti di pista affollati.In questo esercizio si lavora maggiormente con gli arti inferiori ginocchia e caviglie.
CURVE CONDOTTE E SUPERCONDOTTE
L'esecuzione di tali tipi di curve è riservata agli sciatori molto esperti.
Per conduzione s'intende la completa padronanza degli sci, che si mantengono in condizione di perfetto parallelismo e molto ravvicinati durante la discesa. Il termine superconduzione sta invece ad indicare l'esecuzione di curve senza alcun sbandamento dall'arco di curva voluto, grazie a movimenti precisi e allo sfruttamento della deformazione degli sci. Quest'ultima è intesa come la particolare curvatura che assume l'attrezzo in fase di curva,dovuta alla presa delle lamine sulla neve, alla sciancratura, all'insieme delle forze che agiscono su di esso e all'elasticità dei materiali che lo compongono. La conduzione è possibile in tutte le situazioni di pendio e di neve, mentre la superconduzione è realizzabile solo su pendii non eccessivamente ripidi e piste ben battute; quest'ultima permette maggiori velocità d'avanzamento rispetto alla conduzione.
- Il movimento fondamentale è la traslazione-distensione in cui prevale lo spostamento del centro di massa verso l'interno-avanti-alto della curva da eseguire. L'incidenza degli spigoli in fase di curva è continua, e permette di trasformare le forze che provocherebbero uno sbandamento laterale in un ausilio per aumentare la velocità d'avanzamento.
- L'azione di pilotaggio dei piedi assume importanza fondamentale ed è presente in qualunque fase della curva. Con archi di curva brevi il pilotaggio diventa evidente a causa dello spazio ridotto nel quale avviene l'indirizzamento; con archi più ampi esso risulta visivamente meno apprezzabile.
SCODINZOLO
E' la curva condotta più semplice da realizzare e richiede spostamenti del centro di massa di lieve entità. Si esegue una sequenza di curve ad arco breve, con ritmo costante e in continua conduzione. Il movimento d'orientamento del corpo è poco evidente in quanto il busto, rimane sempre orientato verso la linea di massima pendenza. Il peso è distribuito su entrambi gli sci.
SERPENTINA
La serpentina è una sequenza di curve ad arco medio, piuttosto ravvicinate tra loro, con un ritmo d'esecuzione sostenuto e regolare. Il busto è sempre rivolto verso valle e il movimento d'orientamento del corpo è eseguito quasi esclusivamente dagli arti inferiori. Il peso è caricato prevalentemente sullo sci esterno. Nell'esecuzione di una serpentina è importante il movimento di appoggio del bastoncino, che segue il ritmo di curva dello sciatore.
PARALLELO
L'arco delle curve è ampio. Gli sci sono in continua conduzione. Il ritmo d'esecuzione del parallelo è piuttosto blando. In curva il peso va caricato prevalentemente sullo sci esterno. Nel parallelo l'appoggio del bastoncino avviene nella fase di distensione-traslazione. Anche in questo caso aiuta a mantenere il ritmo delle curve.
CORTO RAGGIO
Le curve hanno arco breve e sono molto ravvicinate tra loro. Il ritmo d'esecuzione, molto sostenuto, è determinato da una specie di rimbalzo provocato dalla reazione di terreno, sci e muscolatura alla pressione esercitata. Anche in questo caso, l'orientamento del busto rimane sempre verso valle. Il peso è distribuito su entrambi gli sci.
ATRI SPORT SULLA NEVE
Capita talvolta di osservare una stazione sciistica da lontano. Le piste innevate balzano subito agli occhi con i loro tracciati di colore bianco candido sullo sfondo grigio o verdastro dei pendii delle massicce montagne. Subito appare evidente che attorno a questi piccoli segni bianchi, ove si affollano talvolta migliaia di persone, esiste un grande spazio vuoto, ricco di silenzio, distese di neve immacolata e foreste. Sono sempre più le persone che hanno appeso gli sci da pista al classico chiodo e hanno deciso di godersi questi luoghi naturali in solitudine o con pochi amici. Ad essi si arriva con fatica e rispetto della montagna e dei suoi rischi, utilizzando attrezzi idonei ad affrontare neve profonda e forti pendenze quali le racchette da neve o ciaspole e vari tipi di sci da fuoripista. Le racchette da neve trovano sempre più estimatori tra gli appassionati di escursionismo, anche tra i più attempati, e vengono abitualmente utilizzate dagli snowboarder per raggiungere il punto di partenza delle loro discese più selvagge.
LO SCI DA FONDO
Questa specialità, definita anche "sci nordico", come già detto affonda le sue radici nella notte dei tempi ed è giustamente ritenuta la madre di tutti gli sport invernali,compreso, sci da discesa. La prima scuola di sci di fondo fu fondata in Svizzera nel 1962. In Italia la FISI iniziò a formare istruttori solo nel 1974, quando questo sport stava diventando anche nel nostro Paese un fenomeno di massa, con migliaia di appassionati che cominciavano ad assaporare il piacere di girovagare con gli sci sulle mulattire e le strade forestali innevate delle Alpi. Nello stesso anno, ai Campionati Mondiali di Svezia, fecero la loro comparsa i primi sci costruiti con materiale sintetico, in sostituzione del legno. Due anni dopo, alle Olimpiadi invernali di Seefeld (Austria), una nota casa produttrice fornì ad alcuni atleti una scarpa con l'attacco che superava di poco la larghezza dello sci. Tali innovazioni, assieme all'introduzione della pratica della battitura delle piste con mezzi meccanici, portarono a una rapida evoluzione della tecnica. Durante la gara a tecnica classica dei 30 chilometri delle Olimpiadi di Seefeld, a causa di un brusco sbalzo di temperatura, molti atleti accusarono problemi di tenuta e furono costretti a sfruttare il passo pattinato (skating),di cui il campione finlandese Pauli Siitonen era il maggiore sostenitore, per concludere la gara. L'introduzione di questa nuova tecnica (detta anche "libera" oltre che skating o passo pattinato) nelle gare ufficiali diede via a forti polemiche che portarono ad un momentaneo divieto di utilizzazione. Ai campionati mondiali del 1985 la tecnica di passo pattinato fu però definitivamente adottata da quasi tutti gli atleti.
L'ATTREZZATURA
E' più semplice e leggermente più economica di quella per discesa. Le due diverse tecniche- classica e skating- richiedono equipaggiamenti differenti.
-Gli sci. Gli addetti dei negozi sportivi sapranno sicuramente consigliarvi bene nella scelta degli sci adatti alle vostre caratteristiche fisiche. La lunghezza idonea dell'attrezzo da pattinato o skating viene generalmente calcolata moltiplicando l'altezza dello sciatore per un coefficiente variabile tre 1,05 e 1,15. Il regolamento delle gare ufficiali ammette una lunghezza dello sci inferiore del 10% alla lunghezza dell'atleta. Ogni
modello è caratterizato da una particolare rigidità del ponte, la parte sottostante il piede: gli sci più morbidi sono indicati per neve fresca o a bassa temperatura, quelli più rigidi sono adatti a neve trasformata (cioè esposta da tempo agli eventi atmosferici) o progammata, molto dura.
Per scegliere lo sci da tecnica classica della lunghezza adatta alla vostra persona è necessario stendere il braccio verso l'alto:la punta dello sci dovrà corrispondere all'altezza del polso. Per la durezza vale la stessa regola indicata per gli sci da skating.
Sul mercato sono presenti diversi modelli di bastoncini con prezzi molto variabili. La lunghezza adatta al vostro fisico va stabilita moltiplicando la vostra altezza per 0,87 nel caso di modelli da skating e per 0,81 per modelli da tecnica classica.
Attacchi e scarpe. Esistono due diversi tipi di sistemi di aggancio attacco-scarpa. Questo è da tenere presente sorattutto nel caso di un acquisto disgiunto: scarpe e attacchi devono essere dotate dello stesso tipo di aggancio. La scelta tra i due tipi (altrettanto variabili) può essere effettuata esclusivamente in base ai gusti personali e alle sensazioni che trasmettono le calzature per quanto riguarda gli attacchi, ricordate che il loro montaggio è un operazione piuttosto complessa che va effettuata da un tecnico esperto, di solito presente nel negozio. La sostituzione di un paio di attacchi con quelli di un altra marca renderà necessario rifare i buchi nello sci, in quanto il sistema di fissaggio è di solito differente.
Le scarpe da pattinato o da skating sono caratterizzate da un gambaletto alto e rigido che consente alla caviglia di muoversi esclusivamente in senso longitudinale, questo allo scopo di limitare al massimo eventuali danni alle articolazioni. La suola è rigida per mantenere più efficiente la trasmissione dell'energia dai piedi agli sci.
Le calzature da tecnica classica hanno gambaletto basso che permete alla caviglia di muoversi liberamente in tutte le direzioni. La suola, morbida ed elastica, consente maggior padronanza dello sci. Utilizzando scarpe Combi è possibile sciare con entrambe le tecniche. Come tutti i compromessi però non denno performance all'altezza delle calzature specifiche. Le caratteristiche primcipali sono il gambaletto piuttosto alto e la suola morbida (vicina a quella da classico).
Poichè durante l'attività sportiva il piede tende a gonfiarsi è oppurtuno scegliere una misura di scarpa leggermente più grande di quella adottata quotidianamente.
La tecnica
-Nella tecnica classica il movimento è apparentemente semplice e istintivo, simile a quello di una camminata veloce. Gli sci scorrono paralleli all'interno dei due "binari" tracciati dal gatto delle nevi, mentre le braccia puntano alternativamente in avanti il bastoncino nella neve per dare ulteriore spinta: all'avanzamento del piede sinistro corrisponde quello del braccio desto e viceversa. La tecnica prevede vari tipi di movimenti tra cui "il passo spinta" e il "passo alternato", quest'ultimo utilizzato ormai solo nei tratti di forte pendenza. La spinta in avanti si ottiene grazie all'aderenza della parte inferiore dello sci- la soletta- al manto nevoso. Per impedire che lo sci arretri nel momento in cui il peso viene trasferito da una parte all'altra del corpo sono stati ideati diversi tipi di soletta:
- a squame (detta "No Wax"), con solchi a forma di lisca di pesce che bloccano il movimento di arretramento, ha il pregio di essere sempre pronta all'uso e il grosso difetto di rallentare anche il movimento di avanzata;
- chimica, realizzata con materiali sintetici che aumentano l'attrito con la neve;
- da sciolinare, su cui vanno stese, nella zona centrale, colle speciali (scioline) che favoriscono la presa sulla neve e allo stesso tempo un buon scorrimento.
Nella tecnica libera, o skating o pattinato, il fondista percorre la pista, priva di binari, con movimenti simili a quelli dei pattinatori, con spinte laterali delle gambe (e il passaggio dallo spigolo interno di uno sci all'altro) sostenute dalla spinta delle braccia. Gli sci sono più corti e i bastoncini più lunghi di quelli utilizzati nella tecnica classica; la soletta degli sci è preparata solo con paraffina di scorrimento. Imovimenti principali sono il "pattinaggio con spinta" (lungo o corto) e il pattinaggio con doppia spinta.
LE SCIOLINE. Questo argomento è assai complesso e fonte di interminabili discussioni tra appassionati della tecnica classica nelle skiroom, le affollate stanze di preparazione degli sci negli alberghi, o all'inizio delle piste. Uno degli incubi più ricorrenti dei fondisti è l'applicazione di una sciolina sbagliata.Gli sci non fanno aderenza sul manto nevoso e procedere diventa una sofferenza. Per questo gli appassionati della tecnica classica devono avere sempre con loro un kit completo di scioline.
Le scioline sono di due tipi: dure (in stick) e morbide (in tubetto o klister). Per ogni tipo di neve è stata studiatauna particolare sciolina contraddistinta da un colore che compare ben visibile sulla confezione. Le scioline devono essere applicate nella parte centrale dello sci. Quelle in stick (usate per neve fresca e granulosa e temperature basse) vanno spatolate e poi tirate con una tavoletta di sughero; quelle in tubetto (usate in presenza di neve vecchia o umida, o di temparature miti) possono essere stese col palmo della mano. Un metodo veloce per capire quale sia il tipo più adatto di sciolina consiste nel stringere tra le mani un pò di neve: se questa rimane farinosa e non si compatta è neve fresca, pertanto va applicata sugli sci la sciolina solida in stick. Se,la neve tra le mani si compatta è neve vecchia e trasformata ed è necessario utilizzare sciolina klister in tubetto. Per la scelta del colore delle scioline solide (in stick) è indispensabile misurare la temperatura dello strato superficiale della neve o dell'aria immediatamente sovrastante, mentre per la scelta del tipo di klister ci si deve affidare a un esame visivo della qualità della neve e fare riferimento alle indicazioni riportate sull'etichetta del prodotto. Per non commettere errori, a coloro che hanno già vissuto l'esperienza negativa di sbagliare sciolina, e non hanno ancora trovato un metodo infallibile, consigliamo le scioline universali che forniscono buone rese in un vasto spettro di condizioni di neve.
Applicazione delle scioline.
Occorre pulire la soletta dello sci con il raschietto e gli appositi solventi liquidi.La zona sulla quale la sciolina deve essere applicata va dal punto in cui si posa il tallone fino a 40-50 centimetri verso la punta dello sci.Va applicata, sul resto della soletta, semplice paraffina di scorrimento. Le scioline in stick vanno raschiate in modo uniforme sulla soletta e poi stirate con l'attrezzo di sughero. Invece,le scioline klister vanno applicate a punti, possibilmente in un luogo caldo, e poi stese con il palmo della mano. Per la determinazione della quantità da applicare considerate che uno strato fine consente minore aderenza ma maggior scorrevolezza, mentre uno strato spesso dà maggior aderenza ma anche maggior attrito. La neve vecchia e dura è più abrasiva mentre la neve fresca consuma meno sciolina. Sugli sci da pattinato vanno applicate esclusivamente paraffine da scorrimento, che vengono scaldate con appositi attrezzi. Occorre evitare di scaldare il prodotto fino
a farlo fumare perchè perderebbe le sue proprietà. Per i principianti sono in vendita paraffine più facilmente applicabili, in forma liquida, in pasta o spray. Un consiglio: dopo ogni uscita ripulite la soletta degli sci. |